Chi è Adriano Olivetti e cosa lo ha reso grande

Chi è Adriano Olivetti, cosa lo ha reso grande e quali erano i suoi ideali

Prima di capire chi é Adriano Olivetti e perché viene ricordato, è giusto dire che per noi, Adriano Olivetti viene considerato un eroe.

Adriano Olivetti
Ritratto Adriano Olivetti, foto archivio storico Olivetti

Adriano grazie agli insegnamenti del padre, Camillo Olivetti, provò a cambiare il mondo, il suo mondo, come se la terra sulla quale viviamo dovesse essere curata non soltanto con le mani, ma con un grande e ben preciso disegno.
Adriano non è stato il capo della sua azienda, ma è stato un condottiero, in grado di indicare la strada da seguire all’esercito delle persone che lavorano per lui.

Ad Adriano, piaceva assumere giovani in grado di portare alla sua azienda nuove idee e visioni differenti.
Lui non si scomponeva di fronte all’inesperienza perché aveva fiducia nei ragazzi che assumeva e che avrebbero fatto fatica per arrivare a capire l’esistenza degli architetti e degli urbanisti in un’azienda che produceva calcolatori e macchine da scrivere.

È stato Adriano il precursore del bello, nel quale come oggi Apple, immaginano un prodotto prima come “un’opera artistica” e poi come strumento di lavoro.
I suoi negozi sembravano mostre nel quale ammirare un Picasso, tutti curati fino all’ultimo dettaglio.

Adriano Olivetti
Negozio Olivetti Venezia, foto archivio storico Olivetti

Da giovane, Adriano dimostrò un'intelligenza eccezionale e una curiosità innata per la tecnologia.
Ha studiato ingegneria meccanica presso il Politecnico di Torino, acquisendo una solida base di conoscenze tecniche che sarebbero state fondamentali per il suo futuro imprenditoriale.

Dopo aver completato gli studi, Adriano Olivetti si unì all'azienda di famiglia, dove avrebbe presto dimostrato le sue abilità di leadership.
Sotto la sua guida, Olivetti ha iniziato a evolversi da un produttore di macchine per scrivere tradizionali a un'azienda all'avanguardia nel settore delle macchine per ufficio e dell'informatica.
Una delle prime mosse di Adriano fu quella di attirare talenti tecnici di alto livello e di investire massicciamente in ricerca e sviluppo.
Questa strategia ha portato all'introduzione di prodotti innovativi che hanno posto Olivetti in una posizione di leadership nel mercato globale.

Adriano Olivetti credeva fortemente dell’estetica delle cose, anche gli oggetti più banali, rappresentati nel modo giusto, potevano assumere forme e curve artistiche.
Fu per questo motivo, che Adriano decise di creare un marchio per l'arredo e il design associato all'azienda Olivetti che chiamò "Olivetti Synthesis".
Questo marchio è stato creato per rappresentare la linea di prodotti di arredo, che includeva mobili per uffici e altri elementi di design.
Olivetti Synthesis è diventato celebre per il suo design moderno e funzionale, rappresentando l'approccio innovativo e umanistico di Olivetti non solo alle macchine per ufficio, ma anche all'ambiente di lavoro in generale.

Questi elementi erano spesso parte integrante dell'approccio umanistico di Adriano Olivetti, che credeva che l'ambiente di lavoro e l'arredamento dovessero essere ergonomici e ispirare la creatività dei dipendenti.
Ecco alcuni degli elementi di arredo Olivetti più noti:

1. Scrivanie e Sedie Olivetti: Le scrivanie Olivetti erano progettate con un design pulito e funzionale.
Erano spesso dotate di elementi regolabili in altezza e di spazi per l'organizzazione. Le sedie Olivetti erano ergonomiche e comode, progettate per favorire la postura corretta.

2. Armadi e Scaffali: Gli armadi e gli scaffali Olivetti erano realizzati con materiali di alta qualità e un design che univa la praticità alla bellezza.
Erano progettati per l'organizzazione efficiente dei documenti e degli oggetti.

3. Lampade e Illuminazione: Le lampade da scrivania Olivetti erano progettate per fornire una luce ottimale per il lavoro.
Il loro design elegante contribuiva anche all'estetica dell'ufficio.

4. Elementi di Decorazione: Olivetti ha prestato molta attenzione ai dettagli e all'arte nell'ambiente di lavoro.
Elementi decorativi come quadri, sculture e opere d'arte erano spesso presenti negli uffici Olivetti, contribuendo a creare un'atmosfera ispirante.

5. Arredi Pubblici: Olivetti aveva anche una visione per l'arredamento urbano. Ha contribuito a progettare piazze, sedili pubblici e luoghi di incontro che promuovevano l'interazione sociale.

6. Ristoranti e Caffè: All'interno delle fabbriche e degli uffici Olivetti, erano spesso presenti ristoranti e caffetterie, dove i dipendenti potevano socializzare e rilassarsi.
Anche questi spazi erano progettati con attenzione all'ergonomia e all'estetica.

7. Ambienti Flessibili: Olivetti promuoveva ambienti di lavoro flessibili e collaborativi.
Questi spazi erano progettati per adattarsi alle diverse esigenze dei dipendenti, incoraggiando la creatività e l'innovazione.

Gli elementi di arredo Olivetti rappresentano una combinazione di design estetico e funzionalità, il tutto pensato per creare un ambiente di lavoro ispirante e produttivo.
Questi elementi sono diventati delle icone del design italiano e sono ancora apprezzati per la loro estetica e praticità.

Adriano Olivetti non lasciò al caso neanche la costruzione del Palazzo Olivetti ad Ivrea.

Adriano Olivetti
Palazzo Olivetti Ivrea, foto archivio storico Olivetti

Il Palazzo Olivetti ad Ivrea fù progettato dall'architetto italiano Nino Rosani e costruito negli anni '50.
Questo edificio è un'icona dell'architettura moderna e aziendale ed è considerato un esempio di stile architettonico razionalista italiano.
Il Palazzo Olivetti è stato progettato per ospitare gli uffici amministrativi e direzionali dell'azienda Olivetti e rappresenta una fusione di estetica e funzionalità che rifletteva la filosofia di Adriano Olivetti, che aveva una visione particolare per l'ambiente di lavoro e l'architettura aziendale.

Adriano Olivetti
Palazzo Olivetti Ivrea, foto archivio storico Olivetti

Oggi, il Palazzo Olivetti è riconosciuto come un importante esempio di architettura moderna e un sito storico nella città di Ivrea.

Ciò che ha reso Adriano Olivetti veramente unico tra gli imprenditori del suo tempo è stato il suo profondo impegno per l'umanesimo e l'attenzione alle esigenze dei lavoratori.
Ha sviluppato un approccio che prendeva in considerazione non solo la produttività e il profitto, ma anche il benessere e il coinvolgimento dei dipendenti.
Ha implementato politiche di welfare aziendale molto avanzate per l'epoca, fornendo servizi sanitari, alloggi, e istruzione ai lavoratori e alle loro famiglie.

Adriano Olivetti credeva fermamente che il benessere dei dipendenti fosse strettamente connesso con la qualità dei prodotti e il successo dell'azienda.
Questo approccio umanistico lo ha reso un precursore di pratiche aziendali moderne che mettono l'accento sulle condizioni di lavoro, sulla responsabilità sociale e sull'etica aziendale.

Una delle pietre miliari della leadership di Adriano Olivetti è stata la creazione del Centro di Ricerche di Ivrea.
Questo centro, fondato nel 1960, è diventato un luogo di innovazione e creatività, un "think tank" in cui scienziati, ingegneri, designer e artisti hanno collaborato per sviluppare soluzioni tecnologiche avanzate e nuovi prodotti.
Questo ambiente di lavoro stimolante ha prodotto risultati straordinari, dando vita a dispositivi come il famoso Olivetti Programma 101, uno dei primi personal computer della storia.

Il Centro di Ricerche di Ivrea è stato anche un luogo di riflessione filosofica e culturale, in cui Adriano Olivetti ha ospitato e collaborato con importanti pensatori dell'epoca.
Questo approccio interdisciplinare all'innovazione ha portato a soluzioni tecnologiche innovative e ha contribuito a definire il ruolo dell'azienda nell'evoluzione della società.

Adriano Olivetti aveva una visione audace dell'innovazione tecnologica.
Aveva la convinzione che la tecnologia potesse migliorare la vita delle persone e rendere le attività quotidiane più efficienti.
Questa visione si è tradotta in una serie di prodotti innovativi, tra cui calcolatrici, computer e dispositivi per l'ufficio che hanno ridefinito il settore.

L'impegno di Adriano Olivetti nei confronti del benessere dei lavoratori e della comunità non si limitava all'ambito aziendale.
Ha sostenuto attivamente lo sviluppo della città di Ivrea, trasformandola in un luogo in cui le persone potevano godere di servizi e opportunità avanzate.
Ha anche investito nella formazione e nell'istruzione, contribuendo all'educazione e alla crescita culturale della comunità.
Cercò di dare il suo contributo anche a livello Nazionale, scendendo in politica cercando di condividere i suoi ideali in varie occasioni.
Ecco alcune delle sue attività politiche più importanti:

1. Elezione a Deputato: Nel 1948, Adriano Olivetti si candidò per un seggio alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche italiane.
Fu eletto come rappresentante del Partito Comunista Italiano (PCI), un'esperienza che lo portò a essere un deputato dal 1948 al 1953.
Il suo coinvolgimento politico gli permise di influenzare e sostenere politiche che promuovevano il benessere dei lavoratori e l'innovazione economica.

2. Contributo al PCI: Durante il suo mandato come deputato, Adriano Olivetti contribuì al programma economico del PCI, enfatizzando l'importanza dell'industrializzazione, dell'educazione tecnica e dell'innovazione come mezzi per lo sviluppo del Paese.

3. Partecipazione a Comitati Economici: Dopo la sua esperienza parlamentare, Adriano Olivetti continuò a svolgere un ruolo attivo in politica, partecipando a comitati economici e sostenendo politiche industriali e sociali progressiste.

4. Promozione del Territorio: Olivetti era molto legato alla sua città natale, Ivrea, e promosse iniziative volte a migliorare la qualità della vita nella comunità locale.
Contribuì allo sviluppo di servizi e infrastrutture per la città.

In piena attività e con molti progetti importanti pronti da sviluppare, il 27 febbraio 1960, Adriano Olivetti improvvisamente muore colto da trombosi celebrale, durante un viaggio in treno da Milano a Losann, per incontrare una donna svizzera, con la quale aveva avuto una relazione e gli aveva comunicato di essere incinta.
Qualche giorno prima della sua morte, Adriano completò l’acquisizione della società Underwood Corporation, che era una delle maggior produttrici di macchine per scrivere statunitense.

La prematura morte di Adriano Olivetti lasciò molti dubbi sulle effettive cause e sul perchè il corpo di Adriano fu ritrovato in seconda classe, nell’ultimo scompartimento, quando lui viaggiava costantemente in prima classe?
Il giorno della sua morte, Adriano Olivetti arrivò in treno accompagnato da Ottorino Beltrame detto il Comandante, uno dei suoi dirigenti, che non sarebbe dovuto essere li quel giorno.
Prima di salire i due scambiarono alcune parole, ci fu quasi un dibattito ed il volto di Adriano si oscuri a tal punto da salire con circospezione sul treno.
Non sono note le parole tra Adriano e Ottorino, quel che è noto è che Adriano fece scalo a Domodossola ed appariva nervoso ed agitato, finché non trovo un gruppo di suoi dipendenti con la quale pranzo nel vagone ristorante in testa al treno.
Al termine del pranzo Adriano aveva quasi raggiunto la sua postazione, quando si accorse di aver dimenticato la giacca e tornò indietro.
Tornando indietro, si scontro con un passeggero e proseguì verso la prossima porta, dove nel tentativo di aprirla, si accasciò a terra.

Alcuni ipotizzano che dietro la morte di Adriano Olivetti ci sia lo zampino dei poteri forti, a causa dei suoi ideali volti al popolo, che potevano ledere le potenze capitaliste.
Considerate i tempi, ci troviamo in piena guerra fredda, scontro tra Stati Uniti e Unione Sovietica.
Adriano Olivetti con i suoi ideali, descritti da molti "rossi", avrebbe idealmente appoggiato gli Stati Uniti o avrebbe appogiato l'Unione Sovietica?
Con l'aquisizione di uno dei più grossi colossi americani, come Underwood, Adriano avrebbe potuto espandere anche li i suoi metodi di lavoro, che includono diritti e rispetto per i lavoratori.
Insomma, la CIA e gli Stati Uniti temevano il successo di un'imprenditore che non aveva come unico interesse quello di monetizzare, ma puntava anche alla crescità culturale della società.

Ancor più misteriosa è la morte, nell’anno successivo, 1961, dell’ingegnere Mario Tchou che da qualche anno dirigeva i laboratori di elettronica della Olivetti.

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