Chi è Camillo Olivetti e come creò la prima macchina da scrivere

  • La guida che cerchi, dritta al punto.
  • Chi è Camillo Olivetti e come creò la prima macchina da scrivere italiana

    Camillo Olivetti è stato uno dei più grandi imprenditori e visionari italiani di inizio XX secolo, in grado di rivoluzionare il modo di fare impresa, sotto tutti i punti di vista, da quello tecnologico a quello sociale.

    Camillo Olivetti
    Ritratto Camillo Olivetti, foto archivio storico Olivetti

    Come gli altri Olivetti, di origini spagnole arrivati a Ivrea alla fine del diciassettesimo secolo, Salvator Benedetto ed Elvira Sacerdoti, genitori di Camillo Olivetti, vivevano in una delle magnifiche ville sulle colline di Monte Navale.

    Camillo Olivetti nacque il 13 agosto del 1868 a Biella e fu battezzato con il nome di Samuel David Camillo Olivetti, ma non usò mai quei nomi, preferendo l’ultimo che gli fu dato dal padre, in onore di Camillo Cavour, politico, patriota e imprenditore italiano.
    Camillo Olivetti fu il secondo genito e primo figlio maschio della famiglia, sua sorella, Elvira, nacque nel 1860.

    Camillo Cavour è stato uno dei principali architetti del Risorgimento italiano e dell’unificazione della penisola italiana sotto la monarchia dei Savoia.
    Inoltre, Camillo Cavour fu anche il primo Presidente del Consiglio del Regno d’Italia.

    Il padre di Camillo, Salvador, morì nel 1869 quando suo figlio aveva appena compiuto un anno.
    Camillo crebbe prendendo come modello suo nonno Marco.
    Dopo la morte del padre, la famiglia si trasferì a Modena dove Camillo e la sorella proseguirono gli studi.

    Camillo fin da piccolo mostrava la passione per il disegno, infatti, disegnò e realizzò schizzi fin dalla giovane età ed i suoi soggetti preferiti furono macchinari industriali.

    Camillo ebbe fin da subito una vocazione nel voler cambiare e migliorare la società.
    Vivendo in una casa piena di servitori, vide l’enorme divario tra la vita privilegiata di un borghese e quella di un contadino medio dell’epoca.
    Persone che da sempre conducevano una vita fatti di enormi sacrifici dalle misere soddisfazioni.
    La consapevolezza di tutto ciò, porterà in futuro in Camillo, la volontà di concedere ai suoi dipendenti determinati privilegi, inesistenti in quel periodo.

    Rimasto orfano del padre, la madre fu decisiva nella scelta del percorso di studio liceale, la quale lo spinse a intraprendere un percorso classico presso il convitto Calchi Taeggi di Milano.
    Terminato il percorso liceale, decise di iscriversi al Regio Museo Industriale di Torino (attuale Politecnico), nel quale si laureò il 24 dicembre 1891 in ingegneria elettrotecnica, con la votazione di 90 su 100.

    Dopo la laurea, fu subito accettato da un istituto di meccanica di precisione di Londra per due anni di formazione avanzata, in cui lavorò anche come operaio agli strumenti di misura elettrici.
    Durante questi due anni, migliorò e perfezionò il suo inglese ed impiegò gran parte del suo tempo libero a visitare diverse fabbriche personalmente per apprendere le applicazioni tecnologiche.

    Durante il percorso universitario, conobbe il suo professore Galileo Ferraris, ingegnere, scienziato italiano, inventore del campo magnetico rotante e ideatore del motore elettrico in corrente alternata.
    Nel 1896 fondò l’associazione elettrotecnica italiana e ne diventò il primo presidente nazionale.

    Fu proprio Galileo Ferraris ad offrirgli l’opportunità di approdare per la prima volta in America, viste le abilita intellettuali e la capacità di parlare un ottimo inglese di Camillo.
    Ferraris fu invitato a partecipare ad una conferenza sull’energia elettrica che si sarebbe tenuta all’Esposizione universale di Chicago del 1893 e portò con lui Camillo.

    >
    Camillo Olivetti

    La manifestazione di Chicago fu organizzata per celebrare il 400 ° anniversario dell’arrivo dell’esploratore Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo, tanto che fu rinominata “Fiera mondiale colombiana”.

    La fiera era formata da circa duecento edifici e l’intera area godeva di un moderno impianto di illuminazione elettrica realizzato dalla Edison General Electric sfruttando la corrente continua, fu la prima dimostrazione di illuminazione pubblica, ad opera di Thomas Alva Edison.

    In America, Camillo Olivetti ci rimase un anno, nel quale ebbe modo di visitare innumerevoli aziende e personalità di spicco e nell’ultimo periodo insegnò per un semestre electrical engineering all’Università di Palo Alto in California.

    Una delle aziende che lo impressionò fu proprio quella di Edison, in grado di produrre ventisettemila lampadine al giorno.

    Nell’agosto del 1984, dopo circa un anno, Camillo Olivetti tornò ad Ivrea dove incontrò una delle persone che influenzerà profondamente il corso della sua vita, Filippo Turati.

    Filippo Turati è stato l’uomo politico che ha maggiormente inciso sulla storia del Partito socialista italiano.
    Il ruolo di maggior leader del socialismo nel nostro Paese è infatti indiscutibile sino al 1911; controverso ma comunque notevolissimo, sino al 1918; sempre molto rilevante sino alla morte.
    Turati ha fin da subito lottato per i diritti civili dell’uomo e appoggiato la rivendicazione dei lavoratori su questioni fondamentali, quali la giornata lavorativa di otto ore.

    L’influenza di Turati nella vita di Camillo fu immediata, infatti, Camillo Olivetti fu eletto al consiglio comunale di Ivrea come primo rappresentante del partito socialista nel 1889.
    In quel periodo, la polizia non lo vedeva di buon occhio e decise di arrestarlo in quanto “individuo sovversivo con convinzioni socialiste”.

    Mentre dedicò questa parte della sua vita alla politica, iniziò a prender vita in lui l’idea di dover creare un’azienda propria, nel quale applicare gli ideali socialisti in cui credeva.
    Nel 1896 fonda la Ditta Olivetti ad Ivrea in via Castellamonte, attuale via Jervis, per la produzione di materiali elettrici e strumenti elettrici di misura.

    Camillo Olivetti

    Con questa prima esperienza Camillo capì che la maggior parte dei lavoratori di Ivrea e delle zone circostanti sapeva a malapena cosa fosse l’elettricità e di come si utilizzasse.
    Per questo motivo, Camillo decise di avviare un corso di formazione elementare sull’elettricità, tenendo lezioni nella sua villa privata di Monte Novale.

    Nonostante alcune critiche iniziali da parte della comunità, poiché, molti erano convinti che i contadini di Ivrea non avrebbero avuto le abilità e l’intelligenza per poter imparare e cambia attività lavorativa, Camillo Olivetti conobbe uno dei suoi più grandi collaboratori, Domenico Burzio.

    Domenico Burzio era un ex fabbro che ebbe il coraggio di lasciare la sua vecchia attività e volle intraprendere ed abbracciare il percorso di Camillo Olivetti.
    Inizialmente, fu assunto come fuochista e fu assegnato alla gestione di una caldaia, ma vista la sua devozione all’azienda, Camillo lo promosse al ruolo di caporeparto, incaricato di trasformare in realtà i progetti che Olivetti disegnava su carta.

    Camillo Olivetti
    Domenico Burzio (1876-1932) è il primo Direttore Tecnico della Olivetti; nella foto, scattata intorno al 1920, è ritratto insieme ai suoi collaboratori Valentino Prelle (alla sua destra) e Giovanni Rey (a sinistra), foto archivio storico Olivetti

    Burzio aveva una visione complementare alla sua, da sempre apprezzata da Camillo che lo considerava il suo miglior collaboratore e lo nominò direttore tecnico della Olivetti.

    Camillo nel 1899 si sposò con Luisa Luigia Maria Revel, una delle quattordici figlie del pastore valdese di Ivrea di Torre Pelice, Daniele dei Revel.
    Camillo Olivetti e Luisa Revel concepirono sei figli: Elena, Adriano, Massimo, Silvia, Laura detta Lalla e Dino.
    Per tutti i sei figli, si occupò personalmente la mamma che ebbe cura di dargli una formazione rigida.
    Tra essi, Andriano Olivetti, lascerà un chiaro segno nella grande azienda che verrà, prendendo le redini della famiglia Olivetti.

    Camillo Olivetti
    Famiglia Olivetti, (da sinistra, in piedi: Adriano, Elena, Massimo; seduti: Luisa Revel, Dino, Camillo, Silvia, Laura), foto dell'archivio storico Olivetti

    Nel maggio 1903 trasferì la Ditta Olivetti a Milano, trasformandola il 16 giugno 1904 in società anonima per strumenti elettrici denominata CGS che prende il nome dalle iniziali di “centimetro”, “grammo” e “secondo”.
    L’azienda realizzava apparecchiature elettriche e trasformatori.
    Secondo i suoi calcoli, sarebbero serviti circa 325.000 lire dell’epoca per far spiccare il volo alla sua azienda.

    Non condividendo le idee e la crescita incontrollata di Milano, nel 1907 Camillo decise di fare ritorno nella sua amata Ivrea.
    Nel 1908, grazie agli innumerevoli viaggi nel grande continente, ebbe la capacità di capire quale sarebbe stato il futuro del mondo industriale e rinominò l’azienda da CGS in Ing. C. Olivetti & C., producendo la prima macchina da scrivere italiana.

    Durante una prima fase sperimentale, cercò soluzioni innovative ispirandosi ai grandi marchi americani come Remington e Underwood, aziende che producevano circa 70.000 macchine da scrivere l’anno.
    Si cimentò in un primo momento nel progettare la parte più impegnativa e importante di una macchina da scrivere, il cinematico.

    Camillo Olivetti

    Il cinematico è l’insieme di leve e collegamenti tra tastiera, leva portacaratteri e martelletto fino al foglio di carta.

    Il primo prototipo non fu un gran successo, poiché, prevedeva un numero considerevole di componenti e pertanto, costi di produzioni molto elevati.
    Non convinto del prototipo, tornò negli Stati Uniti per visite le più importanti e tecnologiche aziende del settore.
    Al suo ritorno, revisionò il progetto e depositò due brevetti.

    Il 12 agosto 1908, Camillo Olivetti scrisse la sua prima lettera battuta a mano con un modello da lui realizzato.
    Da qui a poco, nel 1910, la Ing. C. Olivetti & C di Camillo Olivetti contava circa cento operai e lui si era ormai affermato come astro nascente dell’imprenditoria italiana e ben presto, del mondo.

    Camillo Olivetti
    Camillo Olivetti (in prima fila al centro) con i dipendenti a Ivrea, nel cortile della prima fabbrica, nel 1920. Alla sua sinistra, il direttore tecnico Domenico Burzio.

    Il primo vero esemplare, Olivetti M1, fu presentato nel 1911, all’esposizione universale di Torino, in occasione del cinquantenario dell’Unita d’Italia.
    La prima macchina da scrivere Olivetti M1 fu presentata come una macchina “più veloce” delle altre presenti sul mercato, grazie a tecniche innovative che consentivano la pressione rapida dei tasti.

    Camillo Olivetti

    Camillo Olivetti si pose l’obiettivo di stupire il pubblico, con fini intuizioni in grado di trovare la chiusura perfetta per una poesia.

    Dal 1911, data del primo esemplare al 4 dicembre 1943, giorno della sua morte, la Olivetti produsse 9 modelli di macchine da scrivere:

    1. Olivetti M1 (1908)
    2. Olivetti M20 (1911)
    3. Olivetti M40 (1916)
    4. Olivetti MP1 (1920)
    5. Olivetti M44 (1929)
    6. Olivetti M1-4 (1932)
    7. Olivetti M21 (1933)
    8. Olivetti M1-5 (1935)
    9. Olivetti Studio 42 (1935)

    La Ing. C. Olivetti & C era ormai un’azienda che aveva conquistato il mercato nazionale e si apprestava ad affermarsi come leader tecnologico mondiale.
    La Olivetti stava prendendo il volo grazie alle migliori menti italiane e mondiali, che la porteranno nel 1965 ad inventare il primo personal computer della storia, l’Olivetti Programma 101.

    Se dopo aver letto questo articolo su "Chi è Camillo Olivetti", sei soddisfatto, seguici sulla pagina Facebook ed Instagram per non perdere altre guide, consigli e recensioni.
    Se l'articolo ti è piaciuto lascia anche un like o un commento.


    ARTICOLI CONSIGLIATI:

    Seguici su:

    social difotech social difotech social difotech social difotech social difotech